GLI AUGURI DEL MISSIONARIO COMBONIANO ALESSANDRO BEDIN

Missione di Kosti

20 dicembre 2025

 

Carissimo Fra Dario

Siamo ormai prossimi al Natale e desidero condividere con voi qualche riflessione in merito.

Nella S. Messa della notte di Natale risuonano le parole del profeta Isaia: Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.

Il Sudan sta attraversando forse il peggior momento della sua storia. Una guerra dimenticata, sfollati, rifugiati, migranti, violenze a persone inermi come donne e bambini, gente abbandonata al proprio destino. Nella stampa il Sudan fa notizia se non per parlare di morte, distruzione e sciagure. Le Rapid Support Forces (RFS) hanno inflitto all’esercito regolare del Sudan (SAF) una grave sconfitta con la presa di El Fasher capitale del nord Darfur. In questi giorni le RFS stanno avanzando nel sud Kordofan. Hanno già preso due importanti siti di estrazione del petrolio: Muglad e Heglig. Stanno avanzando verso El Obeid e nella settimana scorsa sono entrati nella città di Kadogli causando la morte di operatori ONU. In questi giorni sono nei dintorni di Diling citta a sud di El Obeid. L’obiettivo sembra la presa della città di El Obeid e quindi il controllo di tutto l’ovest del Sudan del Nord con i due stati: Darfur e Kordofan. Da El Obeid ci giungono notizie che la gente cerca di scappare e chi può fugge in luoghi più sicuri. Già la settimana scorsa è passata per Kosti una famiglia di nostra conoscenza di El Obeid in viaggio verso l’Uganda. Lo scenario non da speranza di una possibile intesa tra RFS e SAF, se non con risultati militari e conquista del territorio. Recentemente il nostro sito web Comboniano ha pubblicato questa analisi: Nel dibattito pubblico la guerra viene spesso rappresentata come il fallimento assoluto della politica, un collasso della diplomazia che lascia dietro di sé macerie materiali e morali. Eppure, in termini di economia politica, i conflitti armati non sono quasi mai un incidente di percorso. Sono, al contrario, uno dei meccanismi con cui determinate élite economiche e politiche consolidano potere, aprono nuovi spazi di accumulazione e ristrutturano rapporti di forza globali. A trarne vantaggio è una minoranza organizzata, capace di trasformare la distruzione in opportunità economica. Ciò che sta accadendo in Sudan è una prova di quanto descritto sopra. Posso solo aggiungere che questo conflitto è sostenuto da élite economiche e politiche per trarre vantaggio delle risorse minerarie del Sudan in particolare le Terre Rare necessarie per la costruzione delle nuove tecnologie militari e informatiche.

Ma in questo scenario di afflizione di angoscia e di sofferenza, dove niente da fiducia per una attesa speranza di pace, lo sguardo di fede ci apre a una nuova prospettiva. La dove l’uomo fallisce Dio interviene e salva. Ciò che è impossibile all’uomo Dio lo realizza in uno stile diverso. La dove non è più possibile progettare un futuro migliore, Dio entra nella storia e sconvolge i piani dei potenti. Il tempo di Avvento ci annuncia questa nuova realtà: l’umanità attende e spera con gioia la pace, noi Cristiani celebriamo la venuta in mezzo a noi della Salvezza in Gesù Cristo. La Parola di Dio ci annuncia che Anna, Elisabetta donne che non potevano generare vita, Dio le fa diventare madri. Maria già promessa sposa di Giuseppe diventerà la Madre di Dio. Giuseppe sconvolto dalla situazione di Maria viene guidato dalla fede a cercare il bene per Maria e per il figlio. Nulla è Impossibile a Dio. A noi è chiesto la fiducia e l’umiltà di Maria: Eccomi sono la serva di Dio.

Celebrare il Natale in questa situazione è esperimentare quanto annunciato dal Profeta Isaia: Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Il popolo Sudanese dà prova di una grande pazienza che si traduce in speranza per l’avvenire e luce che rischiare le tenebre. Anche noi missionari siamo in questa attesa fiduciosa, che ci sarà la Pace per questa gente per questo popolo che soffre. A noi è chiesto di annunciare con tenacia, fermezza e decisione che Dio viene e vuole abitare in mezzo a noi. Allora si tratta di prepararci ad accoglierlo. Dio viene incontro a noi, ma noi stiamo andando a incontrarlo o abbiamo scelto altri dei da ospitare? Dio si fa per noi umile, si fa indifeso, povero, attento agli smarriti di cuore, va in cerca del figlio perduto, si sacrifica per amore pur di salvare una umanità chiusa e recintata nell’egoismo e nella difesa di privilegi per pochi. Questo Dio si Chiama: Emmanuele cioè il Dio con noi. Non ci abbandona ma si è fatto per noi come un Pastore che ama e soffre per il bene del suo gregge.

Celebrare il natale è condividere la situazione di disagio della nostra Diocesi di Khartoum. Poche sono le parrocchie che hanno il privilegio di avere un sacerdote. Molti sacerdoti diocesani a causa della situazione di guerra e di incertezza sono in Egitto, nel Sud Sudan o preferiscono dichiararsi ammalati o con problematiche per non affrontare la sfida dell’annuncio del Vangelo in una situazione di grave emergenza.

Celebrare il Natale non è solo fare memoria del Mistero della nostra Salvezza, ma è anche celebrare ciò che Giovanni ci annuncia nel suo Vangelo: A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare digli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. Questa è la straordinaria novità della nostra fede. Abbiamo in noi lo Spirito di Dio, siamo stati generati nella fede ad una nuova vita, abbiamo la capacità, oserei dire il potere, di trasformare il mondo non con le armi ma con l’Amore. Questa certezza di essere operatori di pace ci fa essere Figli di Dio e non del mondo. La strada l’abbiamo intrapresa, già altre persone ci hanno preceduto, sta a noi continuare a costruire il Regno della Giustizia, della Pace, della Dignità e della Gioia.

Tanti Auguri di Buon Natale.

Un Saluto a tutta la Parrocchia

p. Alessandro Bedin mccj

Commenti